Giornata della memoria...e tutti ovviamente pensiamo all'olocausto. Abbiamo "memoria" però di tutte le pulizie etniche che hanno sparso il sangue di vittime innocenti negli ultimi 100 anni? Sappiamo che gli olocausti non si sono mai interrotti e che c'è sempre qualcuno che, con la scusa della religione diversa, dell'etnia diversa, dell'orientamento politico diverso, dell'orientamento sessuale diverso, del colore della pelle diverso, si innalza al ruolo di angelo vendicatore e porta avanti il diabolico compito di "ripulire" il mondo da chi non è come lui ha deciso che bisogna essere? Dall'oggi al domani, persone come noi, con una vita, amici, casa, lavoro, amore e tanti sogni ancora da realizzare, scoprono con orrore e paura di essere diventate il nemico che altri, in nome di un dio che conoscono loro o di una morale che si sono inventati per avere una scusa per giustificare ciò che fanno, vogliono sterminare.
Forse non c'è bisogno di una giornata della memoria: infondo basta
guardarci intorno in questo assurdo presente nel quale stiamo vivendo
per accorgerci che non serve la memoria per vedere che c'è un nuovo
olocausto ogni giorno...
E domani? Cosa accadrebbe
domani se un pazzo con molti altri pazzi al seguito dovesse decidere che
tutte le persone con gli occhi verdi, o i capelli biondi, o tutti
quelli più alti
di 1,80 o più bassi di 1,60, o tutti quelli che leggono, pensano,
parlano, esprimono un pensiero, divulgano notizie su internet, sono
fuori legge? Che ne sarebbe di noi?
( Francesca Murgia☆☼*¤☆ La Porta Delle Stelle☆¤*☽☆ )
-100 anni di olocausto-
Tra il 1915 e il 1916, i Giovani Turchi, ufficiali nazionalisti
dell'Impero ottomano, ordinarono vasti massacri contro la popolazione
armena. Le successive deportazioni di massa e l’eliminazione fisica
degli armeni portarono il numero delle vittime a un milione e mezzo
circa
Due decenni più tardi toccò alla popolazione ucraina. Il genocidio fu
messo in pratica attraverso modalità diverse rispetto a quello armeno:
tra il 1923 e il 1933, Stalin lasciò morire di fame sette milioni di
persone.
Nel 1946, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite definì il genocidio come «una
negazione del diritto alla vita di gruppi umani, razziali, religiosi,
politici o altri, che siano stati distrutti in tutto o in parte».
Successivamente fu eliminato il riferimento ai gruppi politici, sotto la
pressione dell’Unione Sovietica. Così, le deportazioni nei gulag e in
Siberia di milioni di persone, l’uccisione di milioni di prigionieri
politici durante il regime di Stalin non rientrano nella definizione
ufficiale di genocidio. Lo stesso ragionamento vale anche per i circa 45
milioni di cinesi caduti sotto il regime di Mao tra il 'Grande salto in
avanti', le purghe, la Rivoluzione culturale e i campi di lavoro
forzato, dal 1949 al 1975.
Tra il 1933 e il 1945 fu avviato lo sterminio del popolo ebraico in
Europa; le vittime sono calcolate in oltre 6 milioni di persone, gran
parte delle quali morta nei campi di sterminio. A queste si aggiungono
dai 7 ai 14 milioni di vittime tra i rom e i sinti, i comunisti, gli
omosessuali, i malati di mente.
il genocidio indonesiano portato a termine tra il 1965 e il 1967, per
opera del generale Suharto, salito al potere con il sostegno degli Stati
Uniti, uccise quasi un milione di connazionali comunisti (la maggior
parte contadini poveri).
In Cambogia, tra il 1975 ed il 1979 i khmer rossi, movimento
rivoluzionario fondato da Pol Pot, sostenuti e armati dalla Cina, fecero
morire circa 2 milioni di persone, sfinite da un lavoro massacrante,
dalle malattie e dalla fame.
È tra il 1987 e il 1988 che la violenza del regime di Saddam Hussein in
Iraq si rivolse con particolare ferocia contro i curdi, Un organismo delle Nazioni Unite ha
stimato nel 1998 in un milione di morti, tra cui 560 mila bambini, gli
iracheni morti a causa dell'embargo internazionale e della politica di
Saddam Hussein.
Nell 1994, oltre 800 mila civili ruandesi furono uccise nel conflitto
scoppiato tra gli estremisti di etnia hutu e tutsi; un'analoga cifra è
stimata per le vittime del vicino Burundi. Le persone furono massacrate sistematicamente a colpi di armi da fuoco, macete e bastoni chiodati.
L’anno successivo, un altro genocidio, questa volta nel cuore
dell’Europa, in Bosnia Erzegovina. Fra il 12 e il 18 luglio 1995 venne
perpetrato il massacro di Srebrenica, una delle atrocità più
sconvolgenti della guerra dei Balcani, che costò la vita a oltre 8 mila
persone secondo le cifre ufficiali, mentre secondo altre fonti locali
gli scomparsi sarebbero stati più di 10 mila. In quei giorni le truppe
serbo-bosniache, agli ordini del generale Mladic, entrarono nella città
di Srebrenica e massacrarono la popolazione bosniaca musulmana.
La guerra civile in Darfur, nell’ovest del Sudan, scoppiata nel 2003, è
conosciuta anche “genocidio del Darfur” e provocò, secondo i dati
dell'Onu, circa 300 mila morti e oltre 2 milioni di profughi.
Non esistono dati certi sulle vittime dei genocidi e delle pulizie
etniche compiute in Liberia, Sierra Leone, Angola, Congo, Libano, Corea
del Nord, Sri Lanka, Haiti, Tibet...e chissà quanti altri genocidi sono avvenuti e continueranno ad avvenire nel silenzio e nell'indifferenza del mondo.
(Nell'immagine, fossa comune in Bosnia)
fonte http://www.lettera43.it/fatti/9465/cent-anni-di-genocidi.htm