lunedì 12 settembre 2011

Il libro di Enoch...se è tra gli apocrifi un motivo c'è...

In quanti di voi sanno chi era Enoch?
Pochi, pochissimi. 

E quanti di voi sanno che cos'è un apocrifo?
Ancora troppo pochi.
Io oggi vi invito alla lettura del breve articolo qui di seguito...
Alcuni ovviamente si faranno quattro risate, ma forse qualcun'altro si accorgerà che fin dall'antichità il nostro mondo è stato visitato dagli abitanti di altri pianeti...semplicemente gli antichi residenti del pianeta Terra non li chiamavano alieni o extraterrestri, ma in altri modi più in voga a quell'epoca...
Forse il libro di Enoch era qualcosa che faceva paura a "qualcuno" che non voleva che ci ponessimo troppe domande ed è per questo che nonostante più volte nella Bibbia sia stato nominato come "Colui che camminò con Dio", il suo libro, dove c'è scritta la nostra vera genesi, è stato nascosto tra gli apocrifi, dove in pochi guardano, dove in pochi cercano....
Una volta per tutte, impariamo a farci domande e a darci anche delle risposte, senza aver paura di commettere peccato, perchè il vero peccato è che ancora oggi, la verità ci venga tenuta nascosta...
(  
Francesca Murgia☆¤*¤☆  http://laportadellestelle.blogspot.it/ ☆¤*¤☆)



Il libo di Enoch


Il libro di Enoch è un testo biblico apocrifo riscoperto nel 1773 dal viaggiatore scozzese James Bruce, in Abissinia. Bruce riportò a tre copie di un libro redatto in lingua ge’ez. Ci volle un po’ di tempo perché ci si rendesse conto della reale importanza della scoperta del testo, andato perduto da circa mille anni. 
Anticamente, doveva essere invece ben noto e molto importante, visto che viene citato nel Vangelo di Giuda e dalla stessa Bibbia, dove Enoch fa una breve apparizione: un personaggio affascinante, che visse 365 anni sulla Terra ma non morì: è una delle due figure bibliche a sfuggire la morte.
E camminò con Dio.
Eppure, il testo è apocrifo, e fa parte del canone biblico soltanto per la Chiesa Ortodossa Etiope. Perché?
Nel 1800 l’orientalista francese Silvestre de Sacy, il maestro di Champollion, ne tradusse una parte in latino, mentre la prima edizione integrale e corretta (preceduta da alcune imprecise) fu realizzata nel 1851 da August Dillmann. 
Ma le versioni più antiche conosciute sono quelle, ritrovate tra i Manoscritti di Qumran – grotta 4 – nel 1948, vergate in aramaico.
Il libro è la narrazione della caduta dei Vigilanti, angeli corrotti che generarono – unendosi con le donne umane dopo che agli uomini fu data la possibilità di moltiplicarsi – i Nefilim, ovvero quelli che nella Genesi (6,1-4) vengono chiamati “giganti” e “eroi dei tempi antichi”.
I Vigilanti in sostanza si uniscono alle figlie degli uomini, generando semidei irascibili, e agli uomini insegneranno poi arti e scienze.
Dovrebbe ricordarci qualcosa.


Ciò che è molto particolare in Enoch – profeta antidiluviano, quindi da collocarsi nella Storia sumera o presumera – è anche il modo in cui venne “contattato” da Dio perché svolgesse il ruolo di ambasciatore, portando la brutta notizia agli angeli caduti che si era optato per distruggere tutto con il Diluvio: leggendo le pagine del libro, non ci vuole neanche troppa fantasia per una lettura del rapimento in cielo di Enoch in chiaveabduction, e la salita alla magnifica casa in cielo di Dio, la “Grande Gloria”, come un tour in un’astronave.
fonte http://dodici.splinder.com/post/24191890/anunnaki-8-il-libro-di-enoch-punto-interrogativo-n-24

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