La chiesa patronale di San
Leonardo, costruita intorno al XVI secolo, sarà una delle mete di
“Monumenti Aperti 2015”.
I visitatori potranno ammirare il campanile a pianta ottagonale, unico in tutto il sud della Sardegna, il bellissimo fonte battesimale, le meravigliose tele di Domenico Tonelli, l'antichissima cappella del Santissimo. Ciò che invece resterà chiuso e nessuno vedrà, è “la leggendaria cripta della chiesa di San Leonardo”. Infatti, anche se gli abitanti di Serramanna ne hanno sempre sentito parlare, questo luogo misterioso nessuno l'ha mai visto e nessuno sa se realmente esista. Da molte generazioni, “si dice” che dietro l'altare maggiore si nasconda l'ingresso di un luogo segreto. Le versioni sono tante: una cripta, ciò che resta di un'antica chiesa, un passaggio segreto che attraversava il paese e conduceva fino alla chiesa di San Sebastiano, un vecchio cimitero. Dicerie, “Contus de forredda” dei nostri nonni, leggende, oppure c'è qualcosa di vero? Indaghiamo. Le ricerche in rete, i vari testi su Serramanna e sulla chiesa, gli opuscoli pubblicati nel corso degli anni, conducono tutti allo stesso nome: Salvador Vidal, monaco e scrittore sardo vissuto tra il 1575 ed il 1647. Nel 1639, nel libro “Annales Sardiniae”, raccontava che la chiesa di San Leonardo era stata costruita sopra ciò che restava di un'altra chiesa che custodiva preziose reliquie di santi (Subterranea subestalia ecclesia obruta).
Forse la leggenda è cominciata proprio con questo libro, ma non abbiamo la certezza che sia attendibile. Proseguendo la nostra ricerca in biblioteca, troviamo per caso un atto notarile del 1696 nel quale “Giovanni Battista Crobu, Procuratore della parrocchiale chiesa del paese di Serramanna” affida al “maestro Bachisio Pirella, muratore” l'incarico di terminare i lavori già cominciati della cupola e dei tre bracci della soletta della chiesa. Nasce a questo punto una domanda: se quella zona era ancora in costruzione, l'altare dove si trovava? E' possibile che, se la cripta c'è, non sia sotto l'altare maggiore che conosciamo oggi? Forse è necessario concentrarsi sulla costruzione più vecchia.
All'interno della
chiesa, la cappella di Santa Maria e quella della Madonna di Pompei
sono le uniche che ancora conservano il pavimento antico. L'atmosfera
profuma di un passato lontano. Potrebbero fornirci qualche indizio?
Don
Giuseppe Pes, l'attuale parroco, conferma che qualcosa c'è. «Nella
pavimentazione della cappella del Santissimo, sembrerebbe che ci sia
quantomeno un varco. Sarebbe bello poter scoperchiare quella fila di
mattonelle per verificare cosa c'è sotto. Ma, per poterlo fare,
occorre l'autorizzazione della Sovrintendenza Archeologica» Ed
eccoci quindi, con un po' di amarezza, giunti al capolinea: sotto la
cappella di Santa Maria, la più antica di tutta la chiesa, potrebbe
nascondersi la cripta che stiamo cercando, antiche sepolture
dimenticate, un passaggio segreto che conduce chissà dove, oppure la
chiesa sotterranea di Vidal, ma la nostra ricerca deve interrompersi
di fronte al vicolo cieco delle regole e delle difficoltà
burocratiche.
Francesca Murgia
(Articolo pubblicato sulla Gazzetta del Medio Campidano http://www.lagazzetta.eu/)
(Articolo pubblicato sulla Gazzetta del Medio Campidano http://www.lagazzetta.eu/)
“Serramanna
scorci di vita paesana” di Luigi Muscas, 1993. Serramanna, Storia
di una comunità agricola del campidano, Fernando Caboni, 2008.
“Serramanna
insolita”, di Paolo Casti, 2010.
“Serramanna
piccole note sulla storia e su alcuni monumenti del paesone” di
Alessandro Zucca, 2011-
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